Cimice asiatica minaccia i raccolti

23/10/2017

Variazioni climatiche consolidate e sviluppo globale degli scambi commerciali hanno contemporaneamente portato a una diffusione senza precedenti di parassiti alieni, mai visti prima nelle nostre regioni e nei confronti dei quali abbiamo poche difese: insetti infestanti o portatori di gravi infezioni per le nostre coltivazioni.

Arrivano in Italia ogni giorno, veicolati da piante ornamentali importate, annidati nei souvenir dei turisti di ritorno da Paesi esotici, aggrappati ai teloni dei camion che trasportano frutta e verdura. La Xylella degli ulivi e il cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus, la famigerata vespa del castagno) sono forse gli esempi più noti, ma dal punteruolo rosso (coleottero originario dell'Asia che ha fatto strage di palme) alla Tristeza degli agrumi (virus oggi diffuso in tutto il mondo), l'elenco è lungo.

C'è poi l'ultimo allarme nazionale in ordine di tempo, quello per la cimice asiatica (Halyomorpha halys), insetto simile alla cimice verde autoctona che, comparso per la prima volta nel 2012 (in provincia di Modena), si è diffuso in particolare in Nord Italia a una velocità spaventosa. Questa cimice color marrone deposita 3-400 uova un paio di volte l'anno. Qui da noi non ha predatori naturali noti e attacca frutteti e colture orticole (per esempio pomodori e peperoni) ed erbacee (per esempio mais e soia) provocando ingenti danni.

Gli antiparassitari chimici hanno un qualche effetto, e difatti diversi servizi fitosanitari regionali hanno concesso deroghe - seppure limitate - al numero di trattamenti normalmente concessi.

Guarda l'approfondimento dell'Università di Modena e Reggio Emilia.